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venerdì 19 settembre 2008

Trieste e la Mitteleuropa


Con il termine Mitteleuropa (Europa centrale in tedesco) si indica quel vasto territorio europeo che fino alla prima guerra mondiale fu sotto l'influenza della cultura tedesca grazie all'Impero Asburgico. Un territorio che comprendeva 13 popoli diversi che pur seppero convivere fino a quando le rivalse nazionali ebbero, giustamente, il sopravvento e con la prima guerra mondiale dettero il benservito alla corte di Vienna. L'esperienza di quel periodo è ancora tenuta viva da tante associazioni che vedono in quel "mondo felix" fatto di tolleranza reciproca, di rispetto tra i popoli nonchè di fervore culturale e scientifico (Vienna era la capitale della medicina), un ideale, oggi più valido che mai.
Una delle capitali della Mitteleuropa era Trieste.

La città giuliana sin dal XIV secolo si pose sotto la protezione del Duca d'Austria per poter meglio combattere Venezia che aspirava alla supremazia sull'Adriatico. Nel 1719 Carlo VI d'Austria attribuì a Trieste lo status di porto franco investendovi grandi capitali. Dopo la morte di Carlo VI, salì al trono Maria Teresa d'Asburgo che permise alla città di diventare uno dei principali porti europei. Occupata per ben tre volte dalle truppe napoleoniche, Trieste ritornò definitivamente all'Austria nel 1813. Gli anni successivi vedranno la città crescere economicamente e culturalmente diventando, dopo Vienna e Budapest, la terza città dell'Impero.

Fino al XIX sec. a Trieste di parlava il tergestino, una lingua retoromanza simile al friulano e al ladino. Con l'espansione della città arrivano nuovi idiomi, nasce un detto: a Trieste la nobiltà parla tedesco, il popolo parla italiano ed il contado parla sloveno. Nel 1910 gli Asburgo censiscono i triestini. Risulta una popolazione di 229.510 abitanti di cui il 51,8% parlavano italiano, il 24,8% parlavano sloveno, il 5,2% parlavano tedesco, l'1% parlava il serbo-croato. Nel 1920 la città è annessa al Regno d'Italia. Il movimento irredentista, di cui Trieste e Trento furono le città simbolo, che aveva lo scopo di riunificare all'Italia le terre abitate da secoli da popolazioni di cultura italiana, fu il motore che favorì l'annessione grazie al sacrificio di tanti patrioti.

La fine della seconda guerra mondiale fu un ulteriore smacco per la città giuliana, occupata prima dalle truppe di Tito e poi dagli anglo americani. Durante l'occupazione dei comunisti titini avvenne l'eccidio di migliaia di cittadini italiani reputati nemici dei comunisti, i disgraziati venivano assassinati e gettati nelle foibe, naturali fosse dell'altopiano carsico. Nel 1947 fu creato, sotto l'egida delle Nazioni Unite, il territorio libero di Trieste diviso in una zona A occupata dagli anglo-americani ed in una zona B occupata dalle truppe di Tito (Josip Broz). Solo nel 1954 la situazione fu risolta assegnando alla Jugoslavia la zona B della provincia triestina e la zona A all'Italia. Il Trattato di Osimo del 10 novembre 1975 chiuderà definitivamente la questione.

Nel XX sec. la storia della città di Trieste è cambiata notevolmente.
Pur rimanendo una città splendida e conservando tutto il fascino della sua storia, è passata dall'essere uno dei gioielli dell'Impero Asburgico, città economicamente, culturalmente e socialmente all'avanguardia ad essere una città di confine, patria di accesi movimenti nazionalisti, una città di provincia senza particolare rilievo nella storia socio-economica dell'Italia moderna.
Foto: Trieste, piazza Unità d'Italia

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