BENVENUTI - TERVETULOA - VäLKOMMEN

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martedì 22 dicembre 2009

Finlandia: treni in ritardo per la neve? Al massimo 5 minuti tre giorni all'anno


Dal Corriere della sera.

Finlandia: treni in ritardo per la neve? Al massimo 5 minuti tre giorni all'anno
Convogli e carrozze nuove e un'adeguata manutenzione della rete permettono di viaggiare con ogni clima
HELSINKI (FINLANDIA) - Proprio oggi, in Finlandia, vari treni sono stati soppressi o sono arrivati in ritardo. Problemi dovuti all'inverno scandinavo? Niente affatto. I macchinisti sono entrati in sciopero. Al di là di questo fatto contingente, i treni finlandesi (e anche quelli degli altri Paesi scandinavi) sia in estate che in inverno corrono veloci come fulmini. Come spiega Carola Björklöf, dell'Ufficio stampa delle Valtion rautatiet (le ferrovie statali finlandesi): «In Finlandia i treni hanno problemi dovuti alle basse temperature in media solo per 3-5 giorni all'anno. Il 30% dei treni, in questi 3-5 giorni, accumula dei ritardi di circa cinque minuti. Ovviamente, la media comprende anche i treni a lunga distanza come - per esempio - la tratta tra Helsinki e la Lapponia (800-1.000 km). L'efficienza della rete ferroviaria è dovuta a molti fattori: un parco locomotive e carrozze quasi tutte nuove che hanno, comunque, una manutenzione e un controllo quotidiano di tutte le parti «critiche», vale a dire riscaldamento e porte; rotaie e linee elettriche sono state costruite tenendo conto dell'inverno, della neve e del gelo; tutti gli scambi sono riscaldati e durante i mesi invernali vengono puliti ogni giorno con speciali attrezzature. In sintesi: la rete ferroviaria viene tenuta costantemente sotto controllo.
POCHI PROBLEMI - Quando fa molto freddo, con punte di 20-30 e anche più gradi sottozero e la neve è superiore ai 15 cm, i (pochi) treni vecchi hanno qualche problema in più, come ci conferma la signora Björklöf: « In genere, vi sono problemi ai freni a alle porte che si aprono e chiudono automaticamente. Riguardo al Pendolino, costruito dalla Fiat, i problemi sono scarsi: basta ridurre la velocità per superarli». In Finlandia quello che avviene per i treni (quasi sempre puntualissimi) si ripete per gli autobus e la circolazione su strada. Nonostante le forti nevicate (in inverno quasi quotidiane) una efficientissima rete di spazzaneve si mette in moto e ripulisce strade statali e vie cittadine in poco tempo.

martedì 24 novembre 2009

L'aurora boreale




Le aurore polari rappresentano sicuramente uno dei fenomeni più affascinanti ed allo stesso tempo impressionanti che si verificano sul nostro pianeta.


L'aurora boreale nel nostro emisfero e l'aurora australe nell'emisfero sud.


Il fenomeno è dovuto all'attività solare ed alla presenza del campo magnetico terrestre.


Nei lunghi inverni del nord della Finlandia e degli altri Paesi nordici, l'aurora boreale nel corso dei secoli ha condizionato la vita dei popoli che attribuivano tale "spaventoso" fenomeno ad attività soprannaturali piuttosto che a fenomeni fisici.


Gli antichi abitanti della Lapponia finlandese attribuivano il fenomeno dell'aurora boreale ad una gigantesca volpe che con la sua coda spazzava la volta celeste. Questa credenza ancora oggi si ritrova nel vocabolo che i finlandesi usano per indicare l'aurora boreale, revontulet, letteralmente "i fuochi della volpe".

sabato 26 settembre 2009

Inchiesta finlandese sui costi dei telefonini in Europa.

Caro, carissimo telefonino in Italia

L'Italia, si sa, è il "Paese dei telefonini": da noi ci sono 1,5 abbonamenti telefonici per ogni abitante. Ma è anche il Paese europeo dove fare una telefonata da un cellulare in abbonamento costa più che in quasi tutti gli altri Paesi della Ue.
A realizzare il confronto tra i prezzi è stata l'autorità finlandese per le telecomunicazioni, la Ficora, che ha analizzato le tariffe con contratti in abbonamento (escluse le pre-pagate) dei tre principali operatori di 19 Paesi europei: i maniaci italiani del cellulare, quelli che - in base ai tre profili presi in considerazione dai finnici - stanno sempre al telefono, spendono in media 201,68 euro al mese, quasi il doppio rispetto alla media dei Paesi presi in esame nello studio (106,71 euro). Un primato di cui non sentivamo certo il bisogno, per uscire dal quale - secondo il Consiglio nazionale degli utenti (organismo dell'Agcom) - bisogna puntare sempre più sulle tariffe flat e abolire quelle a consumo. "I dati emersi dallo studio della Ficora erano in parte già noti", affermano dal Cnu. "Così come il fatto che le compagnie hanno tutto l'interesse a mantenere la tariffazione a consumo per conseguire guadagni sempre maggiori". Dunque l'auspicio dal presidente Remigio Del Grosso è che "il recente intervento di Mr Prezzi sui costi degli sms sortisca qualche effetto, speriamo a breve perché le spese telefoniche sono di frequente incomprimibili per le famiglie italiane".Tornando alla ricerca finlandese, ecco le interessanti comparazioni tra Paesi basate su tre tipologie di consumatori. Il primo profilo è quello di un utilizzatore prudente, che in un mese fa 50 chiamate da 3 minuti ciascuna (per un totale di 150 minuti di conversazione) e invia 25 sms: la bolletta media mensile in Europa è in questo caso di 24,98 euro e in Italia sale a 32,09 euro. Si tratta del quarto prezzo più alto in una classifica guidata dalla Svizzera, dove i costi sono pari a 38,83 euro, cui seguono Francia (36,56 euro) e Irlanda (34,64 euro). Nel confronto con l'anno scorso il prezzo italiano è lievemente cresciuto: nel 2008, infatti, per lo stesso paniere di consumi si pagavano 31,93 euro, mentre rispetto a quattro anni fa si registra una flessione del 12,8%. L'unico altro Paese dove i costi sono aumentati rispetto al 2008 è proprio la Finlandia (da 12,74 a 13,08 euro), mentre al polo opposto della classifica brilla l'Islanda, dove si spendono appena 10,81 euro, contro i 24,19 dello scorso anno.Il ranking dell'Italia, nel caso del secondo profilo (100 chiamate da 3 minuti e 100 sms) è ancora peggiore: il costo mensile (62,83 euro) è infatti il secondo più alto dopo la carissima Svizzera (69,76) e pari a 20 euro in più rispetto alla media (42,10 euro). In questo caso il Paese più economico risulta il Regno Unito, dove si spendono appena 17,17 euro. A parziale consolazione, è da notare che rispetto allo scorso anno il prezzo è diminuito del 13,6%: in altri Paesi, però, la flessione sul 2008 è stata molto maggiore, con l'Islanda che sfoggia un -56,5% e la Spagna un -48,5%. Gli utenti italiani più sfortunati, tuttavia, sono appunto i veri e propri maniaci, quelli che stanno sempre con il telefonino - o l'auricolare, rigorosamente bluetooth - all'orecchio. Nel terzo profilo scelto dall'Autorità finlandese (100 chiamate da 10 minuti l'una, 200 sms e 50 Mb di dati scaricati), infatti, l'Italia conquista la palma di Paese più caro di tutti: la bolletta per l'utilizzatore "intensivo" è infatti pari a 201,68 euro, circa il doppio dei 106,71 euro della media europea e sei volte quello che si paga nel Paese, in questo caso, più virtuoso, vale a dire il Lussemburgo (34,65 euro). Molto staccato, tra l'altro, è il secondo Paese più caro, la Grecia, dove si sborsano 155,46 euro. Anche per il terzo profilo la Ficora segnala un deciso calo dei prezzi in Italia rispetto allo scorso anno (-14%), ma in molti degli altri Paesi la flessione è molto più consistente: basti pensare al -62% dell'Islanda o al -57% del Regno Unito.L'Autorità finlandese, infine, prende in esame anche un paniere di consumi di telefonia mobile a banda larga: in questo caso l'Italia recupera molte posizioni e si piazza sotto la media europea (34,95), con 29,61 euro al mese. La maglia nera stavolta spetta alla Francia, dove si spendono ben 66,80 euro, mentre quella rosa va alla Finlandia (9,84 euro al mese).Tra gli operastori nazionali, immediata la reazione di Telecom. "La nostra realtà è che con una spesa mensile di 80 euro, che può salire al massimo a 95 con glisSms e la trasmissione dati, diamo anche il telefono". E' così che il responsabile del mercato consumer di Telecom Italia, Fabrizio Bona, interpellato dall'Ansa, commenta lo studio dell'Autorità finlandese. "Quindi - osserva Bona - ci troviamo ben al di sotto dei dati forniti dall'Autorità finlandese e anche ben al di sotto della media europea".
Tratto dal Corriere della sera.

mercoledì 20 maggio 2009

Il campo da calcio


Il campo da calcio o campo di gioco è l'intera struttura destinata ad ospitare una partita di calcio.
Il terreno di gioco è delimitato con striscie bianche che segnano i limiti del campo stesso, delle due aree, del centrocampo, e dei calci d'angolo.

Al centro di ciascun lato minore del terreno di gioco sono situate le porte.
Le linee sono parte integrante del terreno di gioco. Esse possono essere tracciate con gesso bianco sui terreni in erba ed in terra battuta, con segatura nel caso di terreno bagnato, con polvere di carbone sui terreni innevati. Sui terreni in erba sintetica viene utilizzata una vernice bianca non tossica.
A causa delle origini inglesi del calcio e l'iniziale predominio dell'IFAB nello stilare le regole del gioco, le dimensioni standard di un campo di calcio sono in yards e hanno un equivalente approssimato in unità decimali.
La lunghezza del terreno di gioco in partite internazionali deve essere tra i 100 e i 110 metri, e la larghezza tra i 64 e i 75 metri. Per le altre partite i limiti sono un po' più elastici: dai 90 ai 120 metri di lunghezza e tra i 45 e i 90 metri di larghezza. Si adottano tuttavia molto spesso le indicazioni per le gare internazionali. Da qualche anno inoltre la FIFA ha consigliato le misure standard di 105 metri di lunghezza per 68 di larghezza.
Il terreno di gioco è diviso a metà, nel senso della lunghezza, dalla linea mediana. Con centro alla metà di questa linea si trova una circonferenza (cerchio di centrocampo) di raggio pari a 9,15 metri (10 iarde): da qui viene battuto il calcio d'inizio al cominciare dei due tempi di gioco, e ogni volta che viene segnato un gol. Quando una squadra batte il calcio d'inizio, l'avversario deve rimanere fuori dal cerchio di centrocampo.

Alle due estremità del terreno di gioco si trovano le porte. Queste sono composte da due pali verticali piazzati in maniera equidistante dalle bandierine d'angolo. I due pali distano tra di loro 7,32 metri e sono alti 2,44 metri. Una barra traversale, detta traversa, li congiunge alle estremità alte. Dietro la porta si trova una rete, che serve per trattenere il pallone e rendere certa la realizzazione di una rete. Le reti devono essere ben fissate ai pali, alla barra traversale, ed al terreno sottostante e possono essere di canapa, yuta, nylon od altro materiale approvato.
Sul terreno di gioco sono segnate anche due aree di rigore, intorno a ciascuna porta. Queste entrano nel terreno di gioco per 16,5 metri e distano la 16,5m da ciasun palo della porta. A 11 metri dal centro della linea di porta, all'interno dell'area, c'è il dischetto del rigore (usualmente un circolo, ma il regolamento prevede un "segno idoneo", cioè anche una croce ecc.). Se la squadra che attacca subisce fallo che comporta una punizione diretta dentro l'area, il calcio di rigore verrà battuto da questo dischetto. C'è poi l''area di porta detta anche area piccola, dove si posiziona il pallone in occasione del calcio di rinvio.

Ad ogni angolo del campo c'è un quarto di cerchio del raggio di un metro, detto area d'angolo, all'interno di questo viene posizionato il pallone nel calcio d'angolo.

venerdì 24 aprile 2009

Il 25 aprile, festa della liberazione.


Il 19 aprile 1945, mentre gli Alleati (Le truppe anglo-americane) avanzavano nella valle del Po, i partigiani su ordine del CLN (Il movimento partigiano, prima raggruppato in bande autonome, fu successivamente organizzato dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), guidato dal generale Raffaele Cadorna) diedero il via all'insurrezione generale. Dalle montagne, i partigiani confluirono verso i centri urbani del Nord Italia, occupando fabbriche, prefetture e caserme. Le formazioni fasciste e le truppe tedesche erano allo sbando.

Milano e Torino furono liberate il 25 aprile: questa data è stata assunta quale giornata simbolica della liberazione di tutta l'Italia dal regime nazifascista e, denominata Festa della Liberazione, viene commemorata annualmente in tutte le città italiane.
Le truppe alleate arrivarono nelle principali città liberate nei giorni seguenti. La liberazione di molte città, inclusi centri industriali di importanza strategica, prima dell'arrivo degli alleati rese l'avanzata di questi più rapida e meno onerosa in termini di vite e rifornimenti. In molti casi avvennero drammatici combattimenti strada per strada; i resti dell'esercito tedesco e gli ultimi irriducibili fascisti della Repubblica Sociale Italiana sparavano asserragliati in vari edifici o appostati su tetti e campanili su partigiani e civili. .
La notte tra il 25 e il 26 aprile 1945 Benito Mussolini, con i suoi gerarchi e famiglie pernotta a Grandola ed Uniti nell'hotel Miravalle nella frazione di Cardano.
Il 27 aprile 1945 Benito Mussolini, indossando la divisa di un soldato tedesco, fu catturato a Dongo, in prossimità del confine con la Svizzera, mentre tentava di espatriare assieme a Claretta Petacci. Riconosciuto dai partigiani, fu fatto prigioniero e giustiziato il giorno successivo 28 aprile a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como; il suo cadavere venne esposto impiccato a testa in giù, accanto a quelli della stessa Petacci e di altri gerarchi, in piazzale Loreto a Milano, dove fu lasciato alla disponibilità della folla, che infierì sul cadavere. In quello stesso luogo otto mesi prima i nazifascisti avevano esposto e dileggiato, quale monito alla Resistenza italiana, i corpi di quindici partigiani uccisi.
Il 2 maggio il generale britannico Alexander ordinò la smobilitazione delle forze partigiane, con la consegna delle armi.
La Resistenza aveva esaurito il suo compito.
Foto: Mussolini e la Petacci a piazzale Loreto (Milano)

venerdì 10 aprile 2009

Sega la vecchia

Una antica tradizione del periodo quaresimale, diffusa soprattutto in centro Italia, è il "sega la vecchia". Tradizione di origine contadina, vedeva un gruppo di attori improvvisati visitare le case dei dintorni inscenando una rappresentazione a carattere burlesco in cui un albero di quercia (rappresentato da una vecchia donna) veniva simbolicamente abbattuto e segato da due dei partecipanti (segantini), fino a risorgere tra canti, balli ed altre manifestazioni di gioia. Anticamente nelle piazze si rappresentava una vecchia tramite un fantoccio che veniva segato tra le urla e gli schiamazzi degli spettatori. Il rituale fu praticato in tutta l'Europa agricola in un periodo che va dal medioevo all'800.
La rappresentazione voleva essere un'allegoria del ritorno alla vita e della rinascita.
La tradizione in Umbria:
I segantini cercano una quercia da segare e si rivolgono a tutte le donne guardandole e trattandole come se fossero piante. L'unica quercia che fa al caso loro è la vecchia che si sono portati. Incominciano allora a segnarla e segarla, proprio come fanno i boscaioli con le piante...A lavoro finito però, alla porta di casa bussa un Vecchio, che cerca la moglie fuggita da casa. Inciampando sulla quercia si accorge che quella è proprio sua moglie. I segantini preoccupati di averla segata gli dicono che la vecchia è malata, e vedendolo preoccupato gli suggeriscono di chiamare il dottore e il farmacista per farla guarire. Alla fine la vecchia guarisce miracolosamente così il vecchio se la può portare di nuovo a casa.

martedì 31 marzo 2009

Alba ad Helsinki







Le Capitali d'Italia



Il 17 marzo del 1861, il primo Parlamento italiano riunito a Torino ratificava l'avvenuta unità del Paese e proclamava Vittorio Emanuele II di Savoia Re d'Italia. Il 26 marzo successivo, il Parlamento approvava un ordine del giorno che auspicava Roma capitale d'Italia. All'unità del Paese mancavano ancora le regioni nord orientali , in mano all'Austria e soprattutto il Lazio con Roma. Nel 1861 la Capitale del neonato Regno d'Italia era quindi la sabauda Torino, città che allora contava circa 175.000 abitanti, e lo resterà fino al 1865. Torino nel XVI sec. divenne la capitale del Ducato di Savoia, sino ad allora la capitale era stata Chambery, attualmente in Francia, e nel 1713, quando i Duchi di Savoia ottennero il Titolo di Re, prima di Sicilia e poi di Sardegna, la città di Torino diventò capitale di un Regno. Nel 1865, per motivi di opportunità politica, la Capitale del Regno d'Italia fu spostata da Torino a Firenze. La splendida città toscana era una tappa verso la definitiva sede della Capitale italiana che ancora era in mano al Papato sotto la protezione di Napoleone III. Nel 1870 Napoleone III perse il potere ed il 20 settembre, dopo un ultimo tentativo di arrivare ad un accordo pacifico con il Papa, le truppe italiane al comando del Generale Cadorna entrarono in Roma attraverso la famosa breccia di Porta Pia. Roma era stata conquistata! Il 3 luglio del 1871, il Re fece la sua entrata solenne nell'Urbe che divenne la terza e definitiva Capitale dell'Italia.


Foto: Camillo Benso conte di Cavour

sabato 28 marzo 2009

Pietà Rondanini


La Pietà Rondanini, così chiamata dal nome di uno dei proprietari, è considerata l'ultima opera scolpita da Michelangelo. La scultura raffigura, in uno schema alquanto insolito, Maria e Gesù in piedi, con la Madre in atto di sostenere a fatica il corpo morto del Figlio. La base della scultura è un'ara funeraria romana della fine del I secolo d.C., forse rimaneggiata in età rinascimentale, che reca le effigi dei coniugi Marco Antonio e Giulia Filumena Asclepiade. Michelangelo tornò a più riprese a lavorare intorno al soggetto della Pietà; oltre alla prima, conservata a S. Pietro abbiamo, in ordine di tempo la Pietà di Palestrina poi quella del Duomo di Firenze e in ultimo la Pietà Rondanini.
Nella sua continua ricerca tecnica ed espressiva, il Maestro approfondisce i temi della morte e del dolore collegati al messaggio cristiano della risurrezione del Cristo e della salvezza.

La Pietà Rondanini, attualmente conservata nel Castello Sforzesco di Milano, fu donata da Michelangelo ad Antonio del Francese. Nel 1744 la statua fu acquistata dai marchesi Rondanini, e fu conservata per molto tempo nella biblioteca di palazzo Rondanini a Roma in via del Corso.

martedì 24 marzo 2009

Isabella Morra


Nata a Favale, l'odierna Valsinni, nel 1516 circa, morì nell'inverno tra il 1545 e il 1546. Fu uccisa dai fratelli per una presunta storia d'amore con Diego Sandoval De Castro, poeta di origine spagnola, barone di Bollita (l'odierna Nova Siri). Petrarchista, Isabella Morra ha lasciato uno struggente canzoniere, fatto di dodici sonetti e tre canzoni, che, pubblicato per la prima volta nel 1559, ne fa la più grande poetessa d'amore del Rinascimento italiano per originalità e schiettezza del sentire.
Dopo un lungo silenzio, protrattosi dal 1559 fino all'Ottocento, fu riscoperta da Angelo De Gubernatis nel 1901, con una conferenza tenuta nel Circolo Filologico di Bologna, poi pubblicata nel 1907. Ma doveva toccare a Benedetto Croce occuparsene approfonditamente in un lungo saggio, che fu preparato da un viaggio-pellegrinaggio fino a Valsinni, tra il 23 e il 25 novembre 1928, nella speranza di trovar tracce della di lei vita e opera. Non fu trovato nulla, tranne l'aura entro cui si svolse una poesia, che, nata dall'isolamento geografico, diventava il canto della solitudine, secondo immagini e ritmi e sospiri che sarebbero stati, poi, di Giacomo Leopardi. Anche Isabella Morra, infatti, sognò la fuga e la libertà dal suo "denigrato sito", ove era costretta a "menar" la sua vita e che considerava "sola cagion del suo tormento". E anche per lei l'unica forma di evasione fu la poesia, intesa come canto.
Vagheggiando il mondo delle corti, la giovane poetessa pensava a Parigi, ove viveva suo padre, esule dal 1528 per aver parteggiato con i Francesi contro gli Spagnoli vincitori. Sola nel suo lontano castello, e in balia dei fratelli rozzi e selvatici, ella sospirava il ritorno del padre; bisognosa d'amore, forse dopo una grave malattia che la portò in prossimità della morte, trovò la quiete nella fede religiosa, di cui sono testimonianza la canzone a Cristo e la canzone alla Vergine; ma fu ripresa da un nuovo ardente desiderio di affetto e libertà al comparir di Diego Sandoval De Castro, marito dell'amica Antonia Caracciolo, applaudito nelle corti d'Italia, amico dell'imperatore Carlo V e dei potenti, ma nemico della famiglia Morra, filofrancese.
I fratelli di Isabella, per motivi d'onore, ma anche per motivi politici, non accettarono nemmeno il sospetto che fra la sorella e il nemico spagnolo, sposato e con figli, potesse correre una simpatia, che forse era solo letteraria. Né si potevano ignorare le voci che correvano tra la gente di Valsinni. Sotto i loro pugnali e archibugi, perciò, nell'ordine, caddero il pedagogo di famiglia, protettore di Isabella e presunto mezzano d'amore, la stessa Isabella e, l'anno successivo, Diego Sandoval De Castro. Per gli assassini, quindi, ci fu l'ospitalità francese, presso il re Francesco I e presso il padre, che dalla Francia non era mai rientrato e che nulla fece per evitare la terribile vendetta.
Fonte: APT Basilicata

D'un alto monte onde si scorge il mare

D'un alto monte onde si scorge il mare
miro sovente io, tua figlia Isabella,
s'alcun legno spalmato in quello appare,
che di te, padre, a me doni novella.
Ma la mia adversa e dispietata stella
non vuol ch'alcun conforto possa entrare
nel tristo cor, ma, di pietà rubella,
ha salda speme in piano fa mutare;
ch'io non veggo nel mar remo nè vela
(così deserto è l'infelice lito)
che l'onde fenda o che la gonfi il vento.
Contra Fortuna allor spargo querela,
ed ho in odio il denigrato sito,
come sola cagion del mio tormento
Foto: Il castello di Isabella Morra a Valsinni

sabato 21 marzo 2009

Equinozio di primavera


L’Equinozio di primavera è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono uguali (la parola equinozio deriva dal latino “aequus nox”, notte uguale), l'altro è rappresentato dall'equinozio d'autunno. Con l'equinozio di primavera inizia la metà dell'anno in cui le ore di luce sono maggiori di quelle buie. Le ore di luce aumentano sino al solstizio d'estate quando si avrà il giorno più lungo dell'anno. Dal solstizio d'estate le ore di luce, pur rimanendo maggiori di quelle di buio, cominceranno a decrescere fino all'equinozio d'autunno quando si avrà di nuovo l'equilibrio tra giorno e notte. Con lo stesso meccanismo l'equinozio d'autunno darà origine alla metà dell'anno in cui le ore di buio saranno maggiori di quelle di luce.
L'equinozio di primavera è l'inizio di questa stagione che ha segnato la storia dell'uomo il quale nelle sue varie espressioni culturali l'ha associata a concetti come rinascita, fertilità, resurrezione
Foto: La primavera di Botticelli

venerdì 20 marzo 2009

Minoranze linguistiche: il Cimbro

Il termine "cimbro" è una italianizzazione della parola "zimbar" usata dalla popolazione per indicare la propria lingua. Il cimbro è un dialetto bavarese arcaico, chiamato baiuvaro e definito dai linguisti come "la più antica parlata periferica esistente del dominio linguistico tedesco", questa peculiarità rende il cimbro particolarmente importante per gli studiosi. Nonostante l'omonimia, non vi sono correlazioni con le popolazioni di epoca romana conosciute come Cimbri che provenivano dalla Danimarca.
La lingua baiuvara è presente nel Trentino e nelle zone montane delle provincie venete di Verona e Vicenza.
Luserna, piccolo paese a circa 40 km da Trento è l'ultima isola linguistica in cui il cimbro viene parlato da quasi tutta la popolazione.
La comunità di lingua baiuvara è composta da circa 2230 persone, di cui 862 residenti nella Provincia di Trento (ultimo censimento del 2001).
Il cimbro è riconosciuto come una lingua minoritaria dello Stato italiano.

giovedì 19 marzo 2009

La memoria in un dito




Un ragazzo finlandese perde l’ultima falange di un dito in un incidente e si fa impiantare una chiavetta Usb
Tutto è nato da una battuta dei medici che hanno assistito Jerry Jalava, programmatore finlandese, in ospedale dopo l’incidente in moto in cui il ragazzo ha perso l’ultima falange dell’anulare sinistro.
L’IDEA – Apprendendo che il giovane geek si guadagna da vivere stando al computer, uno dei dottori che si occupava della costruzione della protesi per il dito gli ha infatti suggerito di compensare la porzione mancante con una pennetta Usb. Era ironico, ovviamente, ma a quanto pare l’idea è piaciuta molto al programmatore – evidentemente dotato di grande senso dell’umorismo e autoironia – , che non ci ha pensato due volte e ha chiesto che fosse realizzata.
LA PROTESI – È lo stesso Jerry a segnalare il link alla pagina di Flickr in cui ha pubblicato alcune foto del suo dito dotato di memoria. Con orgoglio. Ed è sempre lui a raccontare l’intera vicenda sulle pagine del proprio blog (http://protoblogr.net/blog/view/usb_finger-more_details.html) , dove spiega che la protesi in silicone in cima alla quale è stata incorporata la pendrive Usb non è fissa: è una specie di guaina morbida che può essere sfilata dal dito in qualsiasi momento. Per esempio quando il ragazzo deve trasferire dei dati da o sul suo personalissimo supporto di archiviazione digitale da 2GB di capienza. «Se devo usare la memoria Usb lascio la protesi infilata nella porta dedicata del computer, per poi rimettermela addosso quando il trasferimento dati è terminato», ha detto Jerry, che ha anche anticipato come sarà la versione 2.0 della protesi: «Avrà un tag Rfid sul polpastrello, e questa parte sarà rimovibile indipendentemente dal resto».

Fonte: Corriere della sera

mercoledì 18 marzo 2009

Il Sudario di Oviedo e la Sindone


Il Sudario di Oviedo è una reliquia della Chiesa cattolica costituita da un telo di lino delle dimensioni di 86x53 cm, conservato nella cattedrale di Oviedo in Spagna. Secondo la tradizione sarebbe stato usato per avvolgere il capo di Gesù dopo la sua morte.

Nel Vangelo secondo Giovanni si legge: «Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, era piegato in un luogo a parte» (Gv 20, 6-7).

Gli scienziati hanno accer­tato che il Sudario era stato posto sul viso di un defunto di sesso maschi­le. Il panno non era stato avvolto intera­mente attorno alla testa perché la guancia destra era quasi appoggia­ta sulla spalla destra, il che lascia supporre che il corpo fosse ancora sulla croce. Vi è poi una quadruplice serie di macchie (ovvero macchie speculari su entrambi i lati del panno ripiega­to) composte da una parte di sangue e da sei parti di liquido edematico polmonare, una sostanza che si accumula nei polmoni quando una persona crocefissa muore di asfissia e che, se il corpo viene mosso o scos­so, può fuoriuscire dalle narici. Alcune macchie risultano essere sovrapposte ad altre, i cui margini restano chiaramente individuabili, a significare che la prima macchia era già asciutta quando si è formata quella successiva. Alcune di queste macchie sono a forma di dita, chiaramente disposte nella parte attorno alla bocca e al naso. Sono state individuate sei posizioni diverse di varie dita di mano sinistra, probabilmente deter­minati da qualcuno che stava cer­cando di arrestare il flusso di sangue dal naso dopo che il panno era stato avvolto sulla testa della vittima. La disposizione e la successione delle macchie suggeriscono una probabile cronologia dei fatti.
Il cadavere deve essere rimasto sulla croce per circa un'ora dopo la morte, con il braccio destro piegato in alto e la testa incli­nata in avanti riversa sulla destra. Il corpo, con il capo ancora piegato verso destra, è poi stato spostato e adagiato in posizione orizzontale sul fianco destro per circa 45 minuti. Quindi è stato spostato di nuovo, mentre qualcuno (l'apostolo Giovan­ni?) cercava di arginare con la mano il flusso di liquido che fuoriusciva dal naso. Infine è stato disteso supino. Oltre alle macchie di liquido ede­matico ve ne sono di altri tipi, tra cui puntini di sangue causati da piccoli corpi appuntiti, che si ritengono essere stati spine.

Il Sudario e la Sindone:

La comparazione del Sudario di Oviedo con la Sindone di Torino è di grande interesse perchè da essa potrebbe scaturire la prova della autenticità di entrambe le reliquie.

Innanzitutto il sangue risulta essere di gruppo AB in entrambi i casi.

Anche la lunghezza del naso corrisponde in entrambi i teli.
La datazione con il metodo del carbonio 14, attribuisc ai due teli epoche diverse. Sappiamo che numerose polemiche sono derivate dalle indagini fatte con tale metodologia poichè, secondo alcuni, non darebbe la giusta datazione su reperti del genere.

A differenza della Sindone che mostra la famosa immagine acheropita (cioè non dipinta da mano umana ma di origine miracolosa), sul Sudario di Oviedo non troviamo niente di simile ma solo macchie di sangue e dettagli che sono il frutto di un normale contatto fisico tra il telo ed il capo di un uomo.

venerdì 13 marzo 2009

I Walser


Il termine Walser deriva dal tedesco walliser che indica gli abitanti del cantone vallese della Svizzera.

Con questo termine oggi si indica una popolazione di lingua germanica emigrata tra l'8° ed il 13° secolo dalla zona in cui oggi si trova il cantone svizzero di Berna verso i vicini Paesi tra cui anche l'Italia. Nel nostro Paese i Walser sono presenti in Piemonte ed in Valle d'Aosta. La diffusione odierna delle comunità walser lungo l'intero arco alpino conta circa 17000 individui, di cui 3.500 in Austria, altrettanti in Italia e 10.000 in Svizzera.
La lingua parlata dai walser è una forma arcaica del dialetto svizzero tedesco.

Uno dei centri walser italiani più importanti è Alagna Valsesia, in provincia di Vercelli, nota stazione sciistica del comprensorio del monte Rosa.

sabato 28 febbraio 2009

Kalevalan päivä - Il giorno di Kalevala


Oggi in Finlandia si festeggia il Kalevala.

Il Kalevala è un poema epico composto da Elias Lönnrot nella prima metà dell'800 che rappresenta l'epopea nazionale finlandese. Lönnrot, di professione medico, girò in lungo e largo la Finlandia raccogliendo e trascrivendo le storie ed i canti popolari, sino ad allora trasmessi oralmente, riportandoli nel Kalevala. "Kalevala" significa letteralmente "Terra di Kaleva", dove Kaleva indica il mitico progenitore delle genti finniche.

Quindi il termine Kalevala indica proprio la Finlandia.

I personaggi principali del Kalevala sono Väinämöinen, eroe saggio e cantore divino nato dalla Vergine dell'aria Ilmatar, il fabbro Ilmarinen, che simboleggia l'ingegnosità dell'uomo, e il guerriero seduttore Lemminkäinen, che simboleggia il lato guerresco e sensuale dell'uomo.

Il Kalevala racconta della lotta dei tre protagonisti contro Louhi, signora del paese di Pohjola (la Terra del Nord, rivale di Kalevala, la Terra del Sud), per il possesso del Sampo, magico mulino forgiato da Ilmarinen, portatore di benessere e prosperità.
Immagine: Ritratto di Väinämöinen realizzato da Akseli Gallén-Kallela

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino

San Valentino fu vescovo e martire cristiano. Nato nel 176 fu convertito al Cristianesimo ed ordinato Vescovo. Fu martirizzato sotto l'Imperatore Aureliano e morì decapitato nel 273.
E' considerato patrono degli innamorati. Il corpo del Santo è custodito nella Basilica di San Valentino a Terni.
La festa che si celebra il 14 febbraio fu istituita nel 496 dal papa Gelasio I che decise di sostituire alla festività pagana della fertilità, i cosiddetti lupercalia in quanto dedicati dedicati al dio Luperco, una ispirata al messaggio d'amore che San Valentino diffuse durante la sua vita.

martedì 10 febbraio 2009

Carnevale


Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cristiana, in particolare in quelli di tradizione cattolica, nel periodo precedente la Quaresima.

Le origini del Carnevale vengono fatte risalire a festività di origine pagana quali le celebrazioni in onore di Dionisio (dionisiache) in Grecia e quelle in onore di Saturno (saturnali) a Roma. In entrambe si dava spazio ad una sorta di momentaneo sovvertimento sociale in cui le classi più povere prendevano di mira i ricchi con sberleffi e maldicenze abbandonandosi ad ogni sorta di eccessi.

La parola carnevale è di origine latina "carnem levare" ("eliminare la carne"), in riferimento al periodo di astinenza e digiuno proprio della Quaresima.

La festa del carnevale avviene in un periodo dell'anno che è variabile in funzione del periodo di Quaresima e della successiva Pasqua.

La Chiesa cattolica celebra le Sante Quarantore (o carnevale sacro), che si concludono la sera dell'ultima domenica di carnevale.

Il Carnevale ha termine il Martedì grasso, giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri che dà inizio alla Quaresima. In Italia esiste un'eccezione con il carnevale di Borgosesia (Vc) che prosegue anche il mercoledi delle ceneri con il cosiddetto "mercu scurot" (in piemontese mercoledi oscuro) quando viene celebrato il funerale di Carnevale.

domenica 8 febbraio 2009

Scoprendo Helsinki: un crocevia di stili e culture


Fondata nel 1550 dal re svedese Gustavus Vasa per creare uno scalo alternativo a Tallin per le rotte commerciali che attraversavano il Mar Baltico, nei suoi 450 anni di storia Helsinki si è trasformata in un bacino in grado di raccogliere, mescolare e far proprie le influenze occidentali e orientali che da sempre si sovrappongono nella città. L’unicità della capitale della Finlandia consiste da un lato nella possibilità di vedere una di fianco all’altra architetture che riprendono la maggior parte degli stili d’Europa, dall’altro nell’essere circondata da un arcipelago di sei isole, Suomenlinna, che d’inverno, quando il mare è ghiacciato, sottolinea la nordicità della capitale, mentre d’estate l’avvolge in un’atmosfera più mediterranea che sorprende i turisti che si ritrovano a passeggiare lungo un “verde” lungomare. La fortezza di Suomenlinna, oggi museo, è stata costruita nel 1700 e può essere necessario un pomeriggio per visitarla tutta. Tornando in città, il tour ideale inizia dalla Piazza del Senato, sulla quale si affacciano i “quattro edifici neoclassici” di Helsinki: la Cattedrale, il Palazzo del Governo, l’Università e la Biblioteca Nazionale. Tutti realizzati tra il 1820 e il 1850 da Carl Ludvig Engel. Chi si aspetta un neoclassico “nostrano”, però, rimarrà deluso: i cento anni di influenza sovietica in Finlandia si riflettono un po’ in tutte le architetture, e soprattutto nelle cupole della Cattedrale.
Poco più a sud della piazza del Senato si trova quella del Mercato, punto di riferimento dei finlandesi per aquistare frutta e verdura fresca, e dei turisti per collezionare souvenir e artigianato locale. Dalla piazza del Mercato parte poi l’Esplanade: una grossa arteria suddivisa in due strade (est e ovest) separate da giardini che spesso ospitano le manifestazioni culturali organizzate in città. L’ultima tappa del tour è la Chiesa Temppeliauko. Leggermente più lontana dal centro storico, l’edificio è famoso perchè ricavato interamente da cavità naturali formatesi nella roccia, mentre il soffitto è ricoperto da una intelaiatura in rame a maglie fitte. Diversamente dal Santuario di Santa Rosalia di Palermo, costruito anch’esso a ridosso di una parete rocciosa ma che per questa ragione non ha perso la propria sacralità, a Temppeliauko oltre alle funzioni religiose vengono regolarmente organizzati concerti: sembra che la roccia sia ottima per l’acustica. Le distanze minime, la pulizia e l’ordine della città e i viali più o meno ampli lungo cui passeggiare permettono di visitarla tutta spostandosi a piedi. In una giornata.
Fonte: Panorama.it

sabato 7 febbraio 2009

Suomenlinna







Suomenlinna è una fortezza marina edificata su un arcipelago di sei isole a largo di Helsinki. Originariamente denominata Sveaborg (Fortezza della Svezia), fu rinominata Suomenlinna (Castello della Finlandia) dai finlandesi. Suomenlinna è nota anche come Viapori, nome usato dalla popolazione locale durante il dominio svedese.


La costruzione della fortezza iniziò nel 1748 e fu voluta dal governo svedese per proteggere il Paese dalle mire espansionistiche della vicina Russia.
Nel 1808 durante la guerra di Finlandia, la fortezza si arrese all'esercito russo senza opporre resistenza, e al termine della guerra, l'anno successivo, Suomenlinna e tutta la Finlandia passarono sotto il controllo russo.
Durante la guerra di Crimea, nel 1855 in piena dominazione russa, Suomenlinna fu bombardata e danneggiata dall'esercito Anglo-Francese.
Nel 1917 la Finlandia dichiara l'indipendenza dalla Russia, e durante la guerra civile che ne consegue, la fortezza viene utilizzata come campo di prigionia, e assume il nome finlandese di Suomenlinna.
Nel 1973 termina la funzione militare della fortezza, e il controllo della fortezza passa all'amministrazione civile.
Dal 1991 è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'umanità.

Oggi Suomenlinna è raggiungibile comodamente, per una interessante escursione, con dei battelli che partono dal centro di Helsinki, dalla Piazza del Mercato, e vi arrivano in circa 15 minuti.

mercoledì 28 gennaio 2009

La "Parlesia"


A Napoli esiste un gergo chiamato parlesia usato dai teatranti e in particolare dai musicisti per poter comunicare tra di loro senza essere compresi in un ambiente che anticamente era spesso ostile e fortemente precario. Oggi imparare la parlesia è un rito di iniziazione per chi intraprende la carriera artistica nella realtà partenopea. Nella parlesia lo stupido è definito 'o bacono', una bella donna 'a jammosa', le tette 'e tennose', quelle più abbondanti 'e to che toche''. Verbi fondamentali della parlesia sono due : "appunire" e "spunire", usati rispettivamente per evidenziare gli aspetti positivi e negativi della vita. Esempi: "Appunisci Totò?", «Ti piace Totò?»; "Me s'è spunita 'a jola", «Mi è affondata la barca». Scopo principale della parlesia è quello di non farsi capire dai non addetti ai lavori. Supponiamo, ad esempio, che due musicisti stiano parlando tra loro e che si avvicini una terza persona alla quale non vogliono far sapere nulla di quanto guadagnano. In questo caso il primo dirà al secondo 'chiste accamoffa', ovvero «questo ci ascolta», per poi aggiungere 'a pila è loffia', ovvero «la paga è bassa».

lunedì 19 gennaio 2009

I musei vaticani


Primo nucleo dei Musei Vaticani fu la raccolta di sculture formata da Giulio II (1503-1513) ed esposta nel cosiddetto "Cortile delle Statue ", oggi Cortile Ottagono. I papi furono tra i primi sovrani che misero a disposizione della cultura e del pubblico le raccolte d'arte del loro palazzo. Nella loro forma di raccolte artistiche ordinate in appositi edifici accessibili al pubblico, i Musei e le Gallerie Pontificie hanno origine da Clemente XIV (1769-1774) e Pio VI (1775-1799) e perciò la parte allestita sotto questi due papi prese il nome di Museo Pio-Clementino. Pio VII (1800-1823) ampliò notevolmente le raccolte di Antichità Classiche, aggiungendovi il Museo Chiaramonti e il Braccio Nuovo e arricchì notevolmente la Raccolta Epigrafica ospitata nella Galleria Lapidaria.
Gregorio XVI (1831-1846) fondò il Museo Etrusco (1837) con i reperti provenienti dagli scavi dell'Etruria meridionale eseguiti dal 1828 in poi, il Museo Egizio (1839) con i monumenti egiziani provenienti da esplorazioni fatte in Egitto e con quelli che si trovavano già in Vaticano e nel Museo Capitolino, il Museo Profano Lateranense (1844), con statue, bassorilievi, mosaici di età romana che non potevano trovar posto nei Palazzi Vaticani. Al Museo Profano Lateranense, Pio IX (1846-1878) aggiunse nel 1854 il Museo Cristiano, comprendente sculture cristiane antiche, specialmente sarcofagi, e iscrizioni. Sotto il pontificato di San Pio X (1903-1914), nel 1910, venne aggiunto il Lapidario Ebraico: una sezione contenente 137 iscrizioni di antichi cimiteri ebraici di Roma, in gran parte del cimitero sulla via Portuense, donate dai proprietari del fondo, marchesi Pellegrini-Quarantotti. Queste ultime raccolte (Museo Gregoriano Profano, Museo Pio Cristiano e Lapidario Ebraico) sono state trasportate, per volere di Giovanni XXIII (1958-1963), dal Palazzo Lateranense ad un nuovo edificio appositamente eretto in Vaticano; nel 1970 sono state riaperte al pubblico.
Fanno parte inoltre dei Musei: la Galleria degli Arazzi, con una raccolta di arazzi di diverse manifatture dei sec. XVI e XVII; la Galleria delle Carte Geografiche, decorata da Gregorio XIII (1572-1585) e restaurata da Urbano VIII (1623-1644); le sale Sobieski e dell'Immacolata Concezione; le Stanze e la loggia di Raffaello, fatte decorare da Giulio II e Leone X (1513-1521); la Cappella del Beato Angelico, dipinta sotto il pontificato di Nicolò V (1447-1455); la Cappella Sistina, che prende il nome dal suo fondatore Sisto IV (1471-1484); l'Appartamento Borgia, già abitazione di Alessandro VI (1492-1503); la Pinacoteca Vaticana, collocata da Pio XI (1922-1932) nel 1932 in un apposito edificio presso il nuovo ingresso dei Musei; il Museo Missionario-Etnologico fondato da Pio XI nel 1926, ordinato nei piani superiori del Palazzo Lateranense, e successivamente trasportato anch'esso, per volere di Giovanni XXIII, in Vaticano, dove è stato riaperto al pubblico nello stesso edificio che accoglie le collezioni ex-Lateranensi. Nel 1973 fu aggiunta la Collezione di Arte Religiosa Moderna e Contemporanea, inaugurata da Paolo VI (1963-1978) nell'Appartamento Borgia. Il Museo Storico, fondato anch'esso nel 1973, trasferito nel 1987 nell'Appartamento Papale del Palazzo Lateranense, raccoglie una serie iconografica dei Papi, nonché cimeli dei Corpi Militari Pontifici e della Cappella e Famiglia Pontificia, anche per le cariche ora soppresse; infine, una documentazione del cerimoniale non più in uso. In Vaticano è rimasta la sezione delle carrozze e automobili papali. Dall'inizio del 2000 i Musei Vaticani accolgono i visitatori con un nuovo spazioso ingresso dove trovano posto i servizi di accoglienza, arricchito da diverse opere d'arte due delle quali realizzate appositamente.


Foto: la deposizione del Caravaggio

martedì 6 gennaio 2009

Leggenda della Befana


I Re Magi andavano a Betlemme per rendere omaggio a Gesù Bambino.

Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per chiedere indicazioni sulla strada da prendere.
Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina.

I Re Magi chiesero se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il Salvatore Gesù.

La donna non capì dove stessero andando i Re Magi e non seppe dare loro nessuna indicazione.
I Re Magi prima di ripartire, chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare.
Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì che aveva commesso un errore e decise di unirsi a loro per andare a trovare Gesù Bambino. Cerca di qua e cerca di là, li cercò per ore ed ore senza riuscire a trovarli. Allora fermò ogni bambino che incontrava per dargli un regalo nella speranza che questo fosse Gesù Bambino.
E così ogni anno, la sera dell’ Epifania (da cui deriva il nome Befana) lei si mette alla ricerca di Gesù Bambino e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo, se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.

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Helsinki, Finland
Questo blog vuole essere un piccolo contributo alla conoscenza dell'Italia e degli italiani e vuole anche contribuire a far conoscere ai lettori italiani qualche aspetto di questa meravigliosa terra che é la Finlandia. Il blog non ha alcun fine di lucro e non è responsabile dei links ad esso collegati. Per informazioni scrivere a: italianiinfinlandia@gmail.com