BENVENUTI - TERVETULOA - VäLKOMMEN

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mercoledì 30 aprile 2008

Il primo maggio - Vappu


Dal congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori - la Prima Internazionale - riunito a Ginevra nel settembre 1866, scaturì una proposta concreta: "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa". A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Lo Stato dell'Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l'estesa ed effettiva applicazione. L'entrata in vigore della legge era stata fissata per il 1 Maggio 1867 e per quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione. Diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.Nell'ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Il 20 luglio 1889 il congresso costitutivo della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, decise che "una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore".La scelta cadde sul primo Maggio dell'anno successivo. In Italia come negli altri Paesi il grande successo del 1 Maggio indusse le organizzazioni operaie a rinnovare l'evento anche per il 1891. Nell'agosto del 1891 il II congresso dell'Internazionale, riunito a Bruxelles, assunse la decisione di rendere permanente la ricorrenza. D'ora in avanti il 1 Maggio sarebbe stato la "festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà. Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione delle abitudini hanno profondamente cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è quindi cambiato nel corso degli anni.

Nella storia del Primo Maggio italiano la pagina più sanguinosa venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra. Dopo anni di sottomissione a un potere feudale la Sicilia stava vivendo una fase di rapida crescita sociale e politica. Un grande movimento organizzato aveva conquistato il diritto di occupare e avere in concessione le terre incolte. Il Primo Maggio del 1947, secondo una usanza che risaliva all'epoca dei Fasci Siciliani, circa 2000 contadini, uomini, donne, bambini e anziani, si erano dati appuntamento nella Piana di Portella della Ginestra. Appostati sulle colline vicine , c'erano ad attenderli, armati di mitragliatrici, gli uomini della banda di Salvatore Giuliano. Aveva appena iniziato a parlare il primo oratore, quando si sentirono i primi colpi. Per la folla non ci fu scampo: alla fine si contarono 11 morti e più di 50 feriti.

martedì 29 aprile 2008

Firenze, il giardino di Boboli





Nel 1550 Eleonora di Toledo, moglie del duca Cosimo I de’ Medici, acquistò Palazzo Pitti a seguito del fallimento del suo proprietario, il banchiere Luca Pitti. Davanti a palazzo Pitti c’era un'area verde, l’Orto dei Pitti, che Eleonora desiderava ampliare trasformandolo in un giardino che fosse degna cornice della reggia che Cosimo intendeva realizzare nel palazzo. Per tale ampliamento venne utilizzata la vasta area, circa 5 ettari, affacciata sui bastioni cittadini e sulla cinta muraria trecentesca, già denominata Boboli, nome con cui nella toponomastica toscana si usava distinguere le aree boschive. Il progetto fu affidato a Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, artista prediletto del Duca.
Il giardino ha nel complesso una configurazione all'incirca triangolare, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno . A partire dai percorsi centrali degli assi si sviluppano una serie di terrazzamenti, di viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile rincorrersi di ambienti dall'originale scenografia.
Il giardino di Boboli è considerato uno dei massimi esempi, forse il più grandioso, di quegli impianti che hanno contribuito a definire la tipologia classica del giardino all’italiana.

domenica 27 aprile 2008

La "Quercia dei Cento Cavalieri", Tricase (Puglia)



La Quercia dei Cento Cavalieri è un esempio plurisecolare di quercia Vallonea risalente al XII-XIV secolo, divenuta l'emblema di Tricase (Lecce).
Situata sulla strada che da Tricase conduce a Tricase Porto, la Quercia dei 100 cavalieri è un vero monumento della natura che ha più di 700 anni ed è visitata continuamente da turisti e curiosi.

Ha una circonferenza del tronco di metri 4,25 ed una splendida chioma che copre una superficie di circa 700 metri quadrati.
Il nome scientifico è Quercus ithaburensis Decaisne, sottospecie macrolepis.

Si ritiene che sia stata importata dai monaci basiliani e che il suo nome derivi dalla città dalmata di Vallonia. Attualmente in Italia ci sono poche centinaia di esemplari raccolti in piccoli boschi, in passato la polvere estratta dalle ghiande era utilizzata nella concia delle pelli poichè contenenti il tannino.
La maestosa quercia è conosciuta come la “Quercia dei Cento Cavalieri” per aver offerto, secondo la leggenda, ombra a Federico II ed alla sua corte, alla fine del XII secolo.

sabato 26 aprile 2008

La Famiglia de' Medici, Signori di Firenze



Capostipite della famiglia De' Medici fu Giovanni di Bicci, arricchitosi grazie al commercio con l'Oriente dell'allume, un solfato molto importante in passato ed insostituibile nelle industrie tessili, nella realizzazione delle stampe su pergamena, nella lavorazione delle pelli , nella produzione del vetro e in medicina come emostatico.
Egli fondò la più grande banca e casa commerciale europea, solo nell'industria tessile impiegava circa 300 aziende con quasi 10.000 operai.
I Medici furono dei potenti banchieri a Firenze e con Cosimo il Vecchio, figlio di Giovanni, dettero origine ad una delle più famose ed importanti Signorie della Storia.
Con suo nipote Lorenzo, detto il Magnifico, la Signoria raggiunse l'apice per la ricchezza, la vitalità culturale ed il consenso popolare. Subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1492, la città cominciò a manifestare la propria insofferenza all'autorità medicea dando seguito alla presa del potere da parte del Savonarola. La discesa di Carlo VIII di Francia nella penisola italiana, contribuì all'acuirsi di una crisi che l'attenta attività di mediazione di Lorenzo aveva sempre scongiurata.
Fondamentale, nei periodi difficili per la famiglia, coincidenti con le cosiddette seconda e terza cacciata, fu l'azione dei due Papi, Leone X (nato Giovanni di Lorenzo de' Medici) e Clemente VII (nato Giulio de' Medici), i quali fecero intervenire le loro truppe, coadiuvate dalla Spagna, cacciando da Firenze il Savonarola (che fu condannato al rogo) ed i ribelli repubblicani, restituendo così la città al dominio della famiglia de' Medici.
Nel 1569 con Cosimo I, figlio di Giovanni dalle Bande Nere, i Medici assumono il titolo di Granduca. La Dinastia regnò ininterrottamente sino al 1737 quando si estinse.
L'ultima esponente del ramo principale dei Medici fu Anna Maria Luisa la quale donò alla città di Firenze gli immensi tesori del patrimonio di famiglia con l'unico vincolo che fossero sempre presenti in città dando così origine ai più famosi musei fiorentini.
Ritratti: (dall'alto in basso) Giovanni di Bicci, capostipite della famiglia de' Medici - Lorenzo il Magnifico

Sulle strade italiane è strage continua!

ANSA) - ROMA, 25 APR - Dall'inizio dell'anno al 20 aprile scorso sono morti sulle strade e le autostrade italiane 267 giovani tra i 18 e i 30 anni. Una strage continua anche se, rispetto allo stesso periodo del 2007, ci sono state 50 vittime in meno. In calo anche il numero complessivo degli incidenti mortali - 740 contro i 778 del 2007 - e quello delle vittime: 819 contro 874. E' di notte che si verificano piu' incidenti: nella fascia tra le 22 e le 6 sono morte 223 persone (268 nel 2007).

venerdì 25 aprile 2008

Il Conclave

Conclave è un termine che deriva dal latino, cum clave, cioè (chiuso) con la chiave.
All'inizio del Cristianesimo, l'elezione del successore di San Pietro avveniva nell'assemblea dei Cristiani di Roma. Con il diffondersi della nuova religione, l'elezione del Papa fu dal 336, per ordine di Papa Marco, riservata ai sacerdoti di Roma, nel 1059 il Papa Niccolò II decise di riservare l'elezione del Papa ai soli cardinali vescovi ed infine nel 1179 il Papa Alessandro III decise che all'elezione del Papa doveva partecipare tutto il collegio cardinalizio.
Nel corso dei secoli, l'elezione del Papa fu spesso soggetta all'influenza di re ed imperatori che davano indicazioni o ponevano il proprio veto. L'ultimo episodio fu nel 1903 quando l'imperatore d'Austria pose il suo veto all'elezione di uno dei cardinali. In quell'occasione venne eletto al soglio di S. Pietro il cardinale Sarto, che assunse il nome di Pio X, il quale nel 1904 stabilì che nessuno avrebbe mai più potuto porre veti nell'elezione del Papa. Il concilio di Lione del 1274 stabilì che i cardinali dovevano riunirsi in conclave per l'elezione del Papa onde evitare problemi di ingerenze esterne e di ritardi. Le regole del conclave furono variate durante il corso dei secoli e rese sempre più rigide a seguito di particolari episodi come quello che nel 1268, alla morte di Papa Clemente IV, vide impegnati i cardinali per ben 33 mesi prima di eleggere il nuovo Papa Gregorio X. In quell'occasione il conclave si tenne a Viterbo e dopo 33 mesi, visto che il nuovo Papa non era stato ancora eletto, i viterbesi rinchiusero i cardinali nel palazzo vescovile, scoperchiarono il tetto fornendo loro solo pane ed acqua. In pochi giorni si arrivò all'elezione del nuovo Papa.
I conclavi si sono quasi sempre tenuti a Roma ed in particolare nella Cappella Sistina da quando questa fu realizzata.
L'attuale normativa prevede che all'elezione del Papa partecipino i cardinali con esclusione degli ultraottantenni. L'elezione avviene con votazione segreta, non si usa più l'acclamazione dei primi secoli, ed è richiesta una maggioranza dei 2/3 dei votanti. L'attuale Papa, Benedetto XVI, ha introdotto una nuova regola che prevede che dal 35° scrutinio si procede al ballottaggio tra le due persone più votate. Dopo la votazione, le schede vengono bruciate in una stufa aggiungendo delle sostanze chimiche che danno origine ad una fumata nera se il Papa non è ancora stato eletto o ad una fumata bianca quando l'elezione è avvenuta. La fumata è visibile nella Piazza S. Pietro dove sostano tanti fedeli che possono subito capire il risultato della votazione e prepararsi ad acclamare il nuovo successore di San Pietro.
E' il caso di ricordare che può essere eletto Papa ogni maschio battezzato.

La Cappella Sistina



La Cappella Sistina, situata all'interno dei Musei Vaticani, prende il nome da Papa Sisto IV della Rovere (pontefice dal 1471 al 1484) che fece ristrutturare l'antica Cappella Magna tra il 1477 e il 1480. La decorazione quattrocentesca delle pareti comprende: i finti tendaggi, le Storie di Mosè e di Cristo e i ritratti dei Pontefici. Essa fu eseguita da un'équipe di pittori costituita inizialmente da Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli. Sulla volta Pier Matteo d'Amelia dipinse un cielo stellato. L’esecuzione degli affreschi ebbe inizio nel 1481 e fu portata a termine nel 1482.
Il 15 agosto del 1483 Sisto IV consacrò la nuova cappella dedicandola all'Assunta.
Giulio II della Rovere (pontefice dal 1503 al 1513), nipote di Sisto IV, decise di modificarne in parte la decorazione, affidando nel 1508 l'incarico a Michelangelo Buonarroti, il quale dipinse la volta e, sulla parte alta delle pareti, le lunette. Nell'ottobre 1512 il lavoro era compiuto e il giorno di Ognissanti (1° novembre) Giulio II inaugurò la Sistina con una messa solenne. Nei nove riquadri centrali sono raffigurate le Storie della Genesi , dalla Creazione alla Caduta dell'uomo, al Diluvio e al successivo rinascere dell'umanità con la famiglia di Noè. Gli affreschi della Cappella Sistina hanno subito un completo restauro tra il 1979 e il 1999. L'intervento ha riguardato anche le parti marmoree e cioè la cantoria, la transenna e lo stemma di Sisto IV.
Nella Cappella viene ancor oggi tenuto il Conclave per l'elezione del Sommo Pontefice.
Foto: L'interno della Cappella Sistina ed il Giudizio Universale

giovedì 24 aprile 2008

Il Vaticano







Lo Stato della Chiesa, per circa mille anni, aveva compreso una buona parte dell' Italia Centrale. Nel 1870, con l'ingresso dei Bersaglieri in Roma attraverso la breccia di Porta Pia, fu definitivamente occupato e Roma annessa al regno d'Italia. L'annessione di Roma al Regno e la proclamazione a sua capitale, significarono la fine del potere temporale del Papa. Il Papa Pio IX che governava all'epoca, non acconsentì all'annessione di Roma al regno d'Italia e si considerò prigioniero nei palazzi del Vaticano, nonostante lo Stato italiano avesse promulgato la legge delle Guarentigie con la quale si garantiva al Papa la sua indipendenza spirituale e la possibilità di proseguire la sua missione religiosa. Da questa situazione scaturì la cosiddetta Questione Romana che rese difficili i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica fino al 1929 quando furono firmati i Patti Lateranensi con i quali lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica si riconoscevano reciprocamente la propria indipendenza e sovranità. Il Trattato Lateranense è l'atto istitutivo dello Stato della Città del Vaticano, col quale l'Italia riconosce al Papa la piena sovranità e indipendenza sulla parte del territorio della città di Roma compreso nella cerchia delle mura leonine, oltre che sulla Piazza San Pietro.

La Città del Vaticano (Status Civitatis Vaticanae) è uno stato indipendente europeo posto sotto l'autorità del capo della Chiesa Cattolica cioè del Papa che vi esercita un potere paragonabile a quello di un monarca assoluto, la sua lingua ufficiale è il latino.

La superficie di appena 0,44 km2, fa della Città del Vaticano lo Stato indipendente più piccolo del mondo.

domenica 20 aprile 2008

Il Barolo, il re dei vini rossi italiani



Il Barolo è un vino prodotto in Piemonte che ha una tradizione di quasi due secoli, da quando cioè la marchesa Giulia Falletti di Barolo ed il conte Camillo Benso di Cavour provarono a far vinificare l’uva Nebbiolo con nuove tecnologie.

Il successo fu immediato, il Barolo fu adottato dalla Corte dei Savoia e quindi divenne "il vino dei Re".

Il Barolo è prodotto in un’area molto ristretta, da uve coltivate esclusivamente sulle colline dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Serralunga d’Alba e Verduno.

Ha colore granato con riflessi aranciati, deve essere molto limpido, quasi brillante. Ha profumo intenso, pieno, sapore asciutto, vellutato, armonico. Deve avere, minimo 13 gradi d’alcol. La legge impone almeno tre anni di invecchiamento, di cui due in botti di rovere o di castagno.

Per ottenere la "Denominazione di Origine Controllata e Garantita" (DOCG), è indispensabile un particolare esame e un invecchiamento di almeno quattro anni.

E' considerato "eccezionale", di valore storico, il Barolo prodotto nelle annate di vendemmia 1868,1894,1922,1931,1947,1971,1982 e 1989.E’ anche grandissimo il Barolo prodotto negli anni 1879, 1887, 1898, 1905, 1907, 1912, 1927, 1929, 1934, 1958, 1970, 1985.

venerdì 18 aprile 2008

San Gimignano (Toscana)




San Gimignano si erge su di un colle (m.334) che domina la Val d’Elsa. La sua storia ha inizio intorno al X secolo quando l'originario villaggio etrusco di epoca ellenistica, prese il nome del Santo Vescovo di Modena: San Gimignano, per ringraziarlo di aver salvato il villaggio dall'invasione barbarica. San Gimignano ebbe un grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava, in questo periodo vi fu una straordinaria fioritura di opere d’arte che adornarono chiese e conventi. Diventato un libero comune nel 1199 combattè contro i Vescovi di Volterra ed i comuni limitrofi, fu teatro di lotte interne dividendosi nelle due fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini. L’otto maggio 1300 ospitò Dante Alighieri, ambasciatore della lega guelfa in Toscana. A seguito della peste del 1348, la cittadina cadde in una terribile crisi che la convinse a sottomettersi all'autorità di Firenze. I secoli successivi furono connotati dal degrado e dall'abbandono da cui San Gimignano uscì con la riscoperta della bellezza del suo borgo e della sua importanza culturale.
Oggi San Gimignano è patrimonio mondiale, culturale e naturale dell'Unesco.

mercoledì 16 aprile 2008

Nova Siri (Basilicata)


















Nova Siri è un piccolo paese della Basilicata (detta anche Lucania) di circa 6.500 abitanti. Conosciuto sin dall'antichità, nel corso dei secoli ha assunto varie denominazioni , Castrum Boletum, Veleta, Bollita, per diventare Nova Siri nel 1872 con decreto del re Vittorio Emanuele II. Diviso in due parti, Nova Siri paese (centro storico) situato a pochi km dal mare e Marina di Nova Siri situato sul mare Ionio, è un importante centro agricolo dove si producono , tra l'altro, olio extravergine di oliva e degli eccellenti vini di qualità.

L'altra grande risorsa di questo paese è il turismo. Marina di Nova Siri ha grandi spiagge sabbiose ed un mare incontaminato.

Oggi Nova Siri è salito alla ribalta della cronaca nazionale per un invidiabile primato conquistato il 14 aprile scorso, infatti due suoi cittadini sono stati eletti per la prima volta Senatori della Repubblica. Si tratta del Dr. Cosimo Latronico e di Carlo Chiurazzi. I media nazionali in questi giorni stanno dando l'assalto a questo, sinora, sconosciuto paese lucano, per testimoniare l'avvenimento. Tutta questa pubblcità darà la possibilità a tanti, italiani e non, di conoscere anche le bellezze di Nova Siri per cui si prevede già un'estate piena di turisti e curiosi.
Nelle foto: Uno scorcio del lungomare - Cortile del Castello - L'antica torre - Il mare di Nova Siri - Il neo senatore Cosimo Latronico con Silvio Berlusconi.

sabato 12 aprile 2008

Si è concluso il voto degli italiani all'estero

Per la 'Circoscrizione estero', sul totale di 2.924.202 aventi diritto, ha votato il 41,66%. Lo ha annunciato in una conferenza stampa sul voto all'estero alle Politiche 2008, il viceministro degli Esteri, Franco Danieli. Le operazioni di voto per i connazionali residenti all'estero sono terminate ieri e, dopo una procedura piuttosto complessa di spedizione delle schede, lo spoglio avverrà a partire dalle 15 di lunedì a Castelnuovo di Porto, nella periferia di Roma.

Nella conferenza stampa alla Farnesina, è stato precisato che nel 2006 gli aventi diritto erano 2.707.988 e, su questa cifra, aveva espresso il suo voto il 42,07%. Sul dato va infine sottolineato che il numero effettivo dei plichi restituiti alle rappresentanze diplomatiche all'estero con le schede votate è stato, quest'anno, 1.204.720, rispetto all'1.135.617 delle consultazioni di due anni fa.

La percentuale dei plichi restituiti per mancata consegna sul totale dei plichi inviati è stata del 7,18% (2006: 9,20%) al netto, la percentuale dei votanti sui plichi effettivamente recapitati è stata quindi del 44,88%, a fronte al 46,33% del 2006, come hanno riferito al ministero degli Esteri facendo notare che i dati non sono ancora definitivi ma saranno soggetti probabilmente a lievissime correzioni nelle prossime ore.

Sul totale di 14.827 elettori "temporaneamente all'estero", ossia militari impegnati nelle missioni di peacekeeping, dipendenti dell'amministrazione pubblica e professori/ricercatori universitari, ha votato il 96,51%.

In particolare, gli aventi diritto fra i militari in reparto era 3.737 e hanno votato per 11 Circoscrizioni elettorali italiane (quelle dov'è ubicata la caserma di appartenenza, ndr) in una percentuale del 99,65%. Mentre fra gli altri 'temporanei' (11.070) si è espresso il 95,42%, che ha votato per la circoscrizione LAZIO 1.

I colori della primavera in sud Italia






giovedì 3 aprile 2008

Ceramiche di Caltagirone




Caltagirone è una cittadina della Sicilia, in provincia di Catania, famosa per la produzione della ceramica. Gli scavi archeologici hanno evidenziato come nella zona, si producesse ceramica già nel neolitico. Tra il VII ed il V sec. avanti Cristo la produzione di ceramiche ebbe un notevole incremento diffondendosi in tutta la zona, all'epoca risalgono numerosi ritrovamenti archeologici di significativa importanza. Sotto il periodo romano e quello bizantino, la produzione di ceramica ebbe un progressivo decadimento. Con la conquista araba dell'isola e l'introduzione di tecniche importate dalla Persia e dai Paesi arabi, la produzione di ceramica tornò ai fasti precedenti. Furono proprio gli arabi a dare il nome di Kalat al Giarun (Collina dei vasi) alla città. Nel medioevo Caltagirone gode del privilegio di poter commerciare la ceramica con le altre città senza dover pagare il dazio. Il settecento è il secolo di maggior sviluppo e diffusione. Nell'800, l'uso del cemento segna l'inizio del decadimento della produzione di ceramica a Caltagirone, nascono in quest'epoca i cosiddetti figurinai, cioè artisti che con l'uso della ceramica danno origine a figure rappresentanti scene di vita popolare. Nel 1918, grazie a Don Luigi Sturzo, nacque la Scuola di Ceramica di Caltagirone (l'attuale Istituto d'Arte per la Ceramica) che ha avuto il merito di rivitalizzare la produzione di manufatti in ceramica dando origine alle decine di botteghe oggi esistenti nel territorio cittadino. Caltagirone gode oggi dell'appellativo di "Città della ceramica".

martedì 1 aprile 2008

IL PESCE D'APRILE

Il primo aprile è la festa del pesce d'aprile. Non è noto il periodo in cui ebbe inizio questa tradizione ma gli studiosi propendono per divese teorie, tutte basate su congetture teoriche piuttosto che su dati scientifici. Tra le tante teorie sull'origine di questa tradizione, 2 sono le più accreditate ed entrambe hanno origine nel paganesimo. La teoria più accreditata fissa l'origine anteriormente alla nascita Di Gesù Cristo, quando il primo aprile segnava l'inizio dell'anno. Più tardi la Chiesa fissò l'inizio dell'anno al primo gennaio ma la tradizione pagana restò viva nel tempo. L'altra ipotesi, è legata all'uso del calendario giuliano quando il primo di aprile segnava l'inizio del solstizio di primavera. Finito l’inverno, la nuova stagione segnava il rinnovamento della terra e della vita. In questo periodo si usava fare doni e sacrifici in onore degli dei per ingraziarseli, la festa era anche occasione di divertimento con burle e buffonerie varie.

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