Uno dei simboli di Roma è sicuramente la Fontana di Trevi. La sua costruzione risale al XVIII secolo sotto il pontificato di Clemente XII Corsini. In effetti già nel secolo precedente, il Papa Urbano VIII Barberini ordinò a Gian Lorenzo Bernini di trasformare la piazza e la fontana creando una nuova scenografia. Clemente XII riprese l'idea e emanò un bando, vinto da Nicolò Salvi, per la creazione di una grande scenografia che avesse a tema l'acqua e che occupasse tutta una facciata di palazzo Poli. I duchi di Poli non furono per niente contenti in quanto l'opera eliminava una serie di finestre e soprattutto poneva sopra una delle facciate del proprio palazzo lo stemma della famiglia Corsini.
Il Salvi riprese l'idea del Bernini e volle realizzare un'opera che intende raccontare la storia dell'Acqua Vergine con una serie di sculture che risultano un felice connubio di classicismo e barocco. L'acquedotto dell'Acqua Vergine fu costruito ai tempi dell'Imperatore Augusto e portò l'acqua fino al Pantheon. La leggenda vuole che ad indicare il punto dove c'era l'acqua fu una fanciulla di nome Virgo (vergine in latino).
La costruzione della fontana iniziò nel 1732 e terminò 30 anni dopo.
L'opera è dominata da un cocchio sul quale è adagiata la grande statua di Oceano, nelle nicchie laterali sono presenti le statue della Salubrità e dell'Abbondanza. Il cocchio è trainato dai cavallucci marini (ippocampi) che a loro volta sono preceduti dai tritoni.
Il risultato scenografico è immenso.
La tradizione vuole che lanciando una moneta nella fontana volgendole le spalle, si è sicuri di ritornare a visitare la città eterna. Le monete vengono raccolte tutti i giorni dal Comune di Roma che le destina ad opere di carità.
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