
L'Italia è chiamata Penisola per la sua natura geografica, Stivale per la sua caratteristica forma, Belpaese per il suo clima e le sue bellezze naturali ed artistiche.
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mercoledì 30 luglio 2008
sabato 26 luglio 2008
venerdì 25 luglio 2008
Berlusconi dixit ...

"A Tokyo non si trova in terra un mozzicone di sigaretta. A Napoli ho visto con i miei occhi un tratto pulito di strada rovinato nel giro di 15 minuti da chi buttava ogni genere di rifiuti dalle auto. Voglio andare in controtendenza: Napoli deve diventare la citta’ piu’ pulita d’Italia. A Singapore chi sporca viene punito con 7 frustate. Mi dispiace non poterlo attuare in Italia". Lo afferma il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Come dargli torto?
Nella foto: Tokio
giovedì 24 luglio 2008
lunedì 21 luglio 2008
La sanità italiana dove un posto letto costa più che in Finlandia

Dal Corriere della sera del 17-7-2008
DIETRO GLI SCANDALI
IL PANTANO DELLA SANITA'
Per favore, lo stupore no. Almeno quello ci sia risparmiato. I nuovi scandali che squassano il mondo della sanità dall' Abruzzo alla Lombardia, al di là delle responsabilità delle persone coinvolte cui auguriamo di dimostrare una cristallina innocenza, sono frutti di un pantano da tempo sotto gli occhi di tutti. Ma certo, esistono straordinarie professionalità, ospedali eccellenti e migliaia di medici e infermieri che lavorano benissimo. E ignorarlo sarebbe ingiusto. La ripetitività con la quale scoppiano certi bubboni, anche in realtà complessivamente virtuose, segnala tuttavia un' infezione profonda. Dal famoso pouf riempito di banconote e gioielli dalla moglie di Duilio Poggiolini alle migliaia di analisi-fantasma pagate a Giuseppe Poggi Longostrevi, dai rimborsi a Villa Santa Teresa di Bagheria pagati 21 volte più che a Milano fino ai polmoni asportati a ignari pazienti della «Santa Rita» solo per aumentare il fatturato, un filo conduttore c' è: il caos. Il modo disordinato e spesso indecente col quale alcune Regioni hanno usato la crescente autonomia ottenuta nella gestione della Sanità. Un caos dentro il quale è successo e può succedere di tutto. Il Libro Verde dell' Economia di qualche mese fa è ricco di esempi sconcertanti. Com' è possibile che un dipendente prenda in media 38 mila euro in Friuli-Venezia Giulia e 51 mila in Campania? Che un posto letto costi 455 euro al giorno negli ospedali lombardi e 897 (quanto una suite al Plaza di New York) al San Camillo di Roma? Che i parti cesarei siano il 23% in Alto Adige e il 59% in Campania? Che la Sicilia abbia da sola un quarto di tutti gli ambulatori e i laboratori privati accreditati? Che ci siano reparti, come chirurgia vascolare a Catanzaro, che vengono tenuti in vita anche se in un anno occupano il 4% dei posti letto? I grandi buchi nascono da lì. Dal caos anarchico e clientelare che in questi anni, nel nome di una autogestione male intesa, ha consentito a ciascuno di fare come gli pareva. Al punto che solo in queste ultime ore e solo dopo durissime polemiche i manager delle Asl campane hanno sospeso (per adesso) la decisione di auto-aumentarsi di 30 mila euro l' anno la propria busta paga. Un aumento indecoroso. Tanto più perché parallelo all' arrivo dei nuovi dati sul buco sanitario regionale. Sprofondato ormai a circa dieci miliardi di euro. Per non dire degli abissi finanziari del Lazio o della Sicilia, dove pochi giorni fa la Corte dei Conti ha demolito il bilancio consuntivo regionale sottolineando che con i suoi 8 miliardi e mezzo di euro la Sanità isolana pesa «il 30% in più di quanto si spende per la Sanità in Finlandia». «Lei è un irresponsabile», ha detto gelido Giulio Tremonti a Roberto Formigoni che contestava i tagli imposti da Roma. L' impressione, però, è che sia tutto il sistema a non volersi assumere fino in fondo le proprie responsabilità. Basti ricordare che alla Sanità (il cui ministero è evaporato nella ridistribuzione dei posti di governo) erano dedicate sette righe nel programma elettorale del Pdl, sei in quello del Pd. Tutti e due centrati su una promessa: l' eliminazione delle liste d' attesa. Forse, con una spesa salita a oltre 102 miliardi di euro e uno scandalo al giorno, c' è da fare qualcosa di più.
DIETRO GLI SCANDALI
IL PANTANO DELLA SANITA'
Per favore, lo stupore no. Almeno quello ci sia risparmiato. I nuovi scandali che squassano il mondo della sanità dall' Abruzzo alla Lombardia, al di là delle responsabilità delle persone coinvolte cui auguriamo di dimostrare una cristallina innocenza, sono frutti di un pantano da tempo sotto gli occhi di tutti. Ma certo, esistono straordinarie professionalità, ospedali eccellenti e migliaia di medici e infermieri che lavorano benissimo. E ignorarlo sarebbe ingiusto. La ripetitività con la quale scoppiano certi bubboni, anche in realtà complessivamente virtuose, segnala tuttavia un' infezione profonda. Dal famoso pouf riempito di banconote e gioielli dalla moglie di Duilio Poggiolini alle migliaia di analisi-fantasma pagate a Giuseppe Poggi Longostrevi, dai rimborsi a Villa Santa Teresa di Bagheria pagati 21 volte più che a Milano fino ai polmoni asportati a ignari pazienti della «Santa Rita» solo per aumentare il fatturato, un filo conduttore c' è: il caos. Il modo disordinato e spesso indecente col quale alcune Regioni hanno usato la crescente autonomia ottenuta nella gestione della Sanità. Un caos dentro il quale è successo e può succedere di tutto. Il Libro Verde dell' Economia di qualche mese fa è ricco di esempi sconcertanti. Com' è possibile che un dipendente prenda in media 38 mila euro in Friuli-Venezia Giulia e 51 mila in Campania? Che un posto letto costi 455 euro al giorno negli ospedali lombardi e 897 (quanto una suite al Plaza di New York) al San Camillo di Roma? Che i parti cesarei siano il 23% in Alto Adige e il 59% in Campania? Che la Sicilia abbia da sola un quarto di tutti gli ambulatori e i laboratori privati accreditati? Che ci siano reparti, come chirurgia vascolare a Catanzaro, che vengono tenuti in vita anche se in un anno occupano il 4% dei posti letto? I grandi buchi nascono da lì. Dal caos anarchico e clientelare che in questi anni, nel nome di una autogestione male intesa, ha consentito a ciascuno di fare come gli pareva. Al punto che solo in queste ultime ore e solo dopo durissime polemiche i manager delle Asl campane hanno sospeso (per adesso) la decisione di auto-aumentarsi di 30 mila euro l' anno la propria busta paga. Un aumento indecoroso. Tanto più perché parallelo all' arrivo dei nuovi dati sul buco sanitario regionale. Sprofondato ormai a circa dieci miliardi di euro. Per non dire degli abissi finanziari del Lazio o della Sicilia, dove pochi giorni fa la Corte dei Conti ha demolito il bilancio consuntivo regionale sottolineando che con i suoi 8 miliardi e mezzo di euro la Sanità isolana pesa «il 30% in più di quanto si spende per la Sanità in Finlandia». «Lei è un irresponsabile», ha detto gelido Giulio Tremonti a Roberto Formigoni che contestava i tagli imposti da Roma. L' impressione, però, è che sia tutto il sistema a non volersi assumere fino in fondo le proprie responsabilità. Basti ricordare che alla Sanità (il cui ministero è evaporato nella ridistribuzione dei posti di governo) erano dedicate sette righe nel programma elettorale del Pdl, sei in quello del Pd. Tutti e due centrati su una promessa: l' eliminazione delle liste d' attesa. Forse, con una spesa salita a oltre 102 miliardi di euro e uno scandalo al giorno, c' è da fare qualcosa di più.
Nella foto: posto letto in un ospedale finlandese.
venerdì 18 luglio 2008
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