



Nel 1550 Eleonora di Toledo, moglie del duca Cosimo I de’ Medici, acquistò Palazzo Pitti a seguito del fallimento del suo proprietario, il banchiere Luca Pitti. Davanti a palazzo Pitti c’era un'area verde, l’Orto dei Pitti, che Eleonora desiderava ampliare trasformandolo in un giardino che fosse degna cornice della reggia che Cosimo intendeva realizzare nel palazzo. Per tale ampliamento venne utilizzata la vasta area, circa 5 ettari, affacciata sui bastioni cittadini e sulla cinta muraria trecentesca, già denominata Boboli, nome con cui nella toponomastica toscana si usava distinguere le aree boschive. Il progetto fu affidato a Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, artista prediletto del Duca.
Il giardino ha nel complesso una configurazione all'incirca triangolare, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno . A partire dai percorsi centrali degli assi si sviluppano una serie di terrazzamenti, di viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile rincorrersi di ambienti dall'originale scenografia.
Il giardino di Boboli è considerato uno dei massimi esempi, forse il più grandioso, di quegli impianti che hanno contribuito a definire la tipologia classica del giardino all’italiana.
Il giardino ha nel complesso una configurazione all'incirca triangolare, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno . A partire dai percorsi centrali degli assi si sviluppano una serie di terrazzamenti, di viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile rincorrersi di ambienti dall'originale scenografia.
Il giardino di Boboli è considerato uno dei massimi esempi, forse il più grandioso, di quegli impianti che hanno contribuito a definire la tipologia classica del giardino all’italiana.
Nessun commento:
Posta un commento